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Frattura tallone: una guida avanzata

La frattura del tallone è quella che interessa il calcagno, ossia l’osso del tallone, che si colloca nella parte posteriore del piede, ed è detta anche frattura calcaneare.

In genere, una frattura al tallone deriva da un trauma lesivo intenso: per questa ragione, difficilmente ci si troverà dinanzi ad una sola frattura del tallone, ma questa sarà, anzi, accompagnata spesso da lesioni a carico della colonna vertebrale o del ginocchio.

Un esempio può essere il caso di lesioni dovute ad attività sportiva, di incidenti stradali o di un soggetto che atterra sui piedi in conseguenza di una caduta da un’altezza considerevole.

Si pensi che, nel diciottesimo secolo, tale frattura era conosciuta anche come “frattura amante tallone” o frattura dell’amante, perché era l’infortunio più frequente negli amanti, i quali saltavano da finestre o balconi per scappare e non esser colti sul fatto.

Inoltre, alcune fratture calcaneari possono interessare anche l’articolazione e comportare una lesione alla cartilagine: è il caso di una frattura multipla tallone.

Altre fratture del calcagno possono essere anche fratture da stress, ossia fissurazioni dell’osso conseguenti a ripetute sollecitazioni della zona, in particolare ciò può accadere negli atleti come i corridori di fondo.

È possibile dire che questo tipo di fratture costituisce una parte minima delle fratture; tuttavia, può essere causa di problemi permanenti se non sono diagnosticate e trattate in modo adeguato.

Frattura tallone sintomi

Nei casi di frattura, il primo sintomo è quello di dolore al tallone al momento della palpazione.

Inoltre, piede e caviglia risultano visibilmente gonfi e possono essere contusi.

Come conseguenza del dolore, il paziente riporta impossibilità di porre carico su piede, tallone e caviglia.

Ulteriore conseguenza della frattura può essere lo sviluppo della sindrome compartimentale: ciò avviene quando il gonfiore preme sui vasi sanguigni vicini, interrompendo o riducendo così il flusso ematico e danneggiando i tessuti privi di sangue.

Frattura al tallone terapia conservativa

frattura del calcagno

Per la diagnosi di frattura al calcagno, i medici si basano in primis sui risultati delle radiografie, mentre, in casi più particolari, richiede l’esecuzione di una tomografia computerizzata.

Quest’ultima unisce la radiografia e la tecnologia informatica, dando in questo modo un’immagine tridimensionale della zona lesionata.

Il trattamento iniziale di una frattura calcaneare può essere di tipo conservativo con il ricorso ad un tutore, il rispetto di un periodo di riposo, l’applicazione del ghiaccio e la compressione e il sollevamento dell’arto.

In seguito, può essere necessario ricorrere ad ingessatura o a intervento chirurgico per favorire il riposizionamento dei frammenti ossei e per contribuire a mantenerli in sede, soprattutto quando si tratta di una frattura scomposta tallone.

Nei casi in cui il tipo di frattura lo richieda, può essere necessario sottoporre il paziente a intervento chirurgico.

Frattura tallone riabilitazione

Per superare al meglio una frattura del tallone, è necessario seguire un trattamento fisioterapico adeguato.

In primis, viene istruito il paziente a non caricare il calcagno fino a completa guarigione della frattura.

Il tempo di guarigione dipende dal tipo di lesione, ma possono volerci anche diversi mesi.

In considerazione del tipo di frattura, il medico può incoraggiare il paziente ad effettuare qualche primo movimento di piede e caviglia e a caricare la caviglia, ma senza arrivare a sentire dolore.

La fisioterapia prevede l’esecuzione di esercizi specifici che contribuiscano a migliorare la mobilità articolare di piede e caviglia e a rafforzare i muscoli di sostegno.

Nella fase di ripresa della deambulazione, il paziente potrebbe dover ricorrere ad un bastone o ad una calzatura contenitiva per proteggere l’articolazione da altre lesioni.

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